Prot. 3/15/PV
Ai parroci don Gianni Feltrin, don Marco Carletto, don Paolo Scattolin,
ai collaboratori pastorali don Andrea Guidone, e don Fabio Franchetto
salute e pace nel Signore.
Le comunità cristiane della Annunciazione della Beata Vergine Maria in Catena, della Natività della Beata Vergine Maria in Fontane, di S. Giovanni Battista in Lancenigo, dei Ss. Fabiano e Sebastiano martiri in Villorba, affidate alla vostra cura pastorale, hanno ricevuto dal 10 al 16 dicembre 2014 la mia Visita pastorale.
- Desidero anzitutto ringraziare le vostre comunità per la cordialità e l’affetto con i quali sono stato accolto nei vari appuntamenti della Visita: nella celebrazione di apertura, nell’assemblea, e nelle singole parrocchie, dove ho avuto la gioia di celebrare l’Eucaristia e incontrare, seppur brevemente, le persone convenute. Sono rimasto colpito dalla fede operosa e dalla buona partecipazione alla vita ecclesiale e liturgica di tanti fedeli. Un ringraziamento particolarissimo rivolgo a voi, cari presbiteri, per lo zelo e la dedizione con cui svolgete il vostro ministero.
- Il vasto territorio comunale in cui si trovano le vostre quattro parrocchie ha una sua singolare configurazione: è attraversato da importanti strade di comunicazione, in particolare la statale Pontebbana, che lo divide in due (est e ovest), e la Postumia, a nord della quale si trova il “capoluogo” di Villorba; nella zona centrale insiste l’ampia zona industriale e commerciale di Castrette. Inoltre la vicinanza di Fontane a Treviso fa sì che tale comunità graviti fortemente verso la città, con conseguenti mobilità, anonimato e multietnicità propri di una periferia urbana. Nell’inserto del settimanale diocesano La vita del popolo di domenica 7 dicembre, in preparazione della Visita pastorale, mi ha colpito questa osservazione: “Difficile mettere assieme i condomini di Chiesa Vecchia, periferia di Treviso a pochi metri dalla strada Ovest, con la campagna di Lancenigo, caratterizzata da ville e risorgive“.
- Si potrebbe pensare che tale configurazione geografica e demografica, unita ad una certa diversità di tradizioni pastorali proprie delle vostre parrocchie, renda problematica l’attuazione della prevista Collaborazione Pastorale. In realtà ho constatato con gioia che il cammino verso di essa è già iniziato, grazie ad alcune attività condivise. La stessa preparazione alla mia Visita e il suo svolgimento hanno favorito l’incontro e lo scambio tra gli operatori delle vostre parrocchie. Invito a continuare su questa strada, avendo premura di coinvolgere sempre i laici, con l’effettiva volontà di compiere ulteriori passi che portino, mi auguro in tempi non lunghi, alla istituzione della Collaborazione. Tanto più che questa scelta, che come ben sapete sta coinvolgendo l’intera diocesi, intende favorire una pastorale missionaria, proprio come le vostre comunità sembrano richiedere.
- Dalla relazione dei Consigli pastorali parrocchiali ho colto una chiara consapevolezza dei cambiamenti in atto nel tessuto sociale e di fede delle vostre comunità. Vi sollecito a far sì che tali mutamenti continuino ad essere oggetto di discernimento nei Consigli, il cui primo compito è quello interrogarsi sull’essere cristiani qui e ora. Da questo impegno di riflessione, confronto e discernimento potranno venire utili cammini verso la realizzazione di quel “sogno” di comunità che è stato espresso nella medesima relazione: «Una comunità accogliente, in particolare per i nuovi arrivati, in cui tutti possano vivere momenti semplici ma significativi di incontro, di condivisione e preghiera, in una sorta di grande “abbraccio” intergenerazionale in particolare nella celebrazione e eucaristica, in cui ciascuno, con i propri tempi, possa riscoprire il volto di Dio». E ancora: «Una parrocchia coraggiosa, creativa, accogliente, ma nello stesso tempo missionaria, capace di portare le persone a vivere la gioia di un sempre nuovo incontro con Cristo».
- Dunque parrocchie come case dalle porte aperte, che con il loro stile si mostrano accoglienti e rivelano la benevolenza di Dio per tutti; parrocchie, poi, che abbiano il coraggio di mettere in atto i cambiamenti necessari, superando il “si è fatto sempre cosi”. Mi piace, a questo proposito, richiamare quanto scrive Papa Francesco in Evangelii gaudium 25: «Spero che tutte le comunità facciano in modo di porre in atto i mezzi necessari per avanzare nel cammino di una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno». E poi: «Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione’ (EG 27). La scelta di dar vita in diocesi alle Collaborazioni Pastorali intende rispondere all’intento di «dare concretezza ed efficacia all’opera missionaria e pastorale della Chiesa» (Orientamenti e norme per le Collaborazioni Pastorali nella diocesi di Treviso, 1). È un cammino che domanda di superare eventuali individualismi e chiusure, o la tentazione di “fare tutto da sé”, scegliendo la strada della comunione e del reciproco aiuto, portando avanti insieme, anche se attraverso tappe progressive, un rinnovato impegno di evangelizzazione. Vi invito, specie nei passaggi decisivi verso la Collaborazione, a coinvolgere il Vicario per il coordinamento della Pastorale. Vi sollecito, inoltre, a promuovere qualche altro appuntamento tra Consigli pastorali parrocchiali riuniti, e ad usare gli strumenti di informazione parrocchiale: non solo per aiutare a comprendere il senso della Collaborazione, ma anche per mettere a conoscenza di tutti il cammino che si va compiendo. È auspicabile, infine, che si incrementi la relazione tra voi parroci, primi responsabili di questo cammino. L’esperienza in diocesi fa emergere che, se cresce l’intesa, lo scambio, la programmazione, la comunione tra i parroci, la riuscita della Collaborazione è assai facilitata.
- Ho apprezzato quanto è stato riferito sulla catechesi: la buona presenza dei circa 800 ragazzi agli incontri di catechismo e il significativo numero di catechisti, vera ricchezza per la vostra futura Collaborazione. Un grazie sincero a tutti loro per sapersi mettere con tanta generosità a servizio della fede dei più piccoli e dei più giovani. Certo non mancano le difficoltà, del resto comuni a tutte le parrocchie che sto incontrando nella Visita pastorale: per esempio la scarsa partecipazione dei ragazzi all’Eucarestia domenicale; il fatto che la catechesi sia “pressata” tra i molteplici impegni da cui sono presi i ragazzi; il mancato sostegno di un certo numero di famiglie, sovente poco interessate al cammino di fede dei figli e segnate da situazioni problematiche. Un nodo decisivo, in ogni caso, rimane la difficoltà di tanti genitori a vivere una fede adulta e a trasmetterla alle giovani generazioni. Per questo si rendono necessarie nuove iniziative, soprattutto a livello di Collaborazione, che aiutino gli adulti ad accostarsi alla fede in modo nuovo, offrendo anche dei percorsi di riscoperta di essa. Quanto sta proponendo la diocesi negli orientamenti pastorali di questi anni può esservi di aiuto; come può esservi utile, per quanto riguarda la catechesi, seguire le indicazioni e le sperimentazioni suggerite dall’Ufficio catechistico diocesano. In questo urgente impegno di formare gli adulti, è apprezzabile il tentativo della parrocchia di Fontane di coinvolgere maggiormente i genitori. Sarà importante, peraltro, considerare la possibilità che esso non rimanga circoscritto ad una sola parrocchia, rendendolo oggetto di verifica tra sacerdoti e catechisti della futura Collaborazione; anche per garantire una certa continuità nelle forme della trasmissione della fede attuate nelle parrocchie. Non posso poi non raccomandare una particolare cura per la formazione dei catechisti, da portare sempre più nello spazio più ampio della Collaborazione. Invito anche a sostenere l’ACR e lo Scoutismo, consapevoli che queste due associazioni permettono di integrare le proposte di catechesi con esperienze di comunità tra coetanei e di appartenenza alla parrocchia.
- Per quanto riguarda la carità, ho potuto constatare con soddisfazione che sono numerose le iniziative in atto nelle quattro parrocchie e che è significativo il numero di quanti sono coinvolti in questo ambito, senza il quale il Vangelo rischia di restare parola vuota. A tutti loro va il mio grazie sincero. Apprezzo la presenza delle Caritas, l’opera dei ministri straordinari della Comunione, le visite agli ospiti di Casa Marani da parte del gruppo dell’Apostolato della preghiera. Lodevole, ancora, l’attività del doposcuola, la singolare iniziativa dell’”orto comune“, nata dalla collaborazione con l’Amministrazione comunale, e l’impegno condiviso con i Servizi sociali nel far sì che alcune persone assistite siano a loro volta coinvolte in qualche attività di volontariato. Suggerisco di incentivare gli incontri tra i diversi gruppi Caritas a livello di Collaborazione. Sarebbe utile analizzare insieme le situazioni di bisogno e le emergenze, individuando progetti di intervento, risorse da investire, possibili intese con l’Amministrazione comunale. Questo potrebbe permettere interventi maggiormente efficaci, e anche avere una opportuna “visibilità”, capace di coinvolgere anche altri volontari. A questo proposito è utile informare e stimolare le parrocchie, con espliciti appelli, in maniera che la carità non sia “delegata” ad alcune persone, ma sia sentita il più possibile come impegno di tutta la comunità. Vorrei raccomandare, infine, di offrire possibilità di formazione per chi opera in prima persona sul fronte della carità; ciò permette di tener vive le motivazioni evangeliche del servizio e aiuta a verificare le modalità con cui esso viene praticato. In ciò può essere di aiuto il collegamento con la Caritas diocesana e L’avvalersi delle sue indicazioni e proposte.
- La pastorale giovanile promossa nelle vostre parrocchie mostra una bella vivacità. Significativa la presenza dei gruppi di AC e degli Scouts: ribadisco l’invito a curare e promuovere queste due associazioni, dai progetti e percorsi di ampio respiro. Ho apprezzatole varie valutazioni positive espresse nei confronti di un bel numero giovani che si lasciano coinvolgere; giustamente essi sono considerati portatori di una preziosa speranza per il futuro della Chiesa. Desidero anche esprimere gratitudine per quanti, con grande generosità, si impegnano nell’accompagnare adolescenti e giovani in cammini formativi, coinvolgendoli in vari servizi in parrocchia, nell’animazione delle liturgie, nella disponibilità verso gli ultimi. Si tratta di aspetti essenziali nell’educazione della fede. È vero, in ogni caso, che chi educa non sempre raggiunge l’esito sperato. Tra le cause vi sono una certa discontinuità di impegno tipica degli adolescenti e la loro fatica a camminare controcorrente rispetto ad una cultura del disimpegno e del piacere. D’altro canto, si deve riconoscere una certa “assenza” di un certo numero di adulti: è spesso la loro indifferenza o superficialità verso le proposte educative, specie se in ordine alla fede, a determinare alcune difficoltà formative. Invito, comunque, a procedere con fiducia, con la certezza che il buon seme gettato potrà maturare, con l’aiuto di Dio, a tempo debito. Sollecito, anche in questo ambito, ad intraprendere più decisamente la via della collaborazione, sia per quanto riguarda il confronto, la formazione e la programmazione degli educatori, sia per promuovere incontri giovanili tra le vostre quattro comunità. I giovani hanno meno difficoltà degli adulti a superare i confini parrocchiali.
- La pastorale familiare e degli adulti non manca di iniziative nelle vostre parrocchie. Tuttavia dal resoconto presentato in occasione della Visita pastorale si coglie una certa difficoltà ad operare in questo ambito. Ciò non deve divenire motivo di rassegnazione, ma stimolo ad intensificare l’impegno a formare “cristiani adulti in una chiesa adulta”. A ciò può concorrere una maggior attenzione nei confronti delle giovani coppie, accostabili anche grazie ad appuntamenti formativi per i genitori delle scuole paritarie per l’infanzia, oppure in occasione del battesimo dei figli, avvalendosi anche dell’apporto di alcune coppie di sposi. Per la loro formazione invito a tener conto del percorso per catechisti battesimali predisposto a livello diocesano. Resta sempre importante la valorizzazione degli incontri per i genitori dei fanciulli e ragazzi del catechismo cui si è già accennato sopra. Fin d’ora vorrei chiedere alla futura Collaborazione Pastorale di considerare di particolare urgenza la formazione degli adulti, chiave di volta di comunità cristiane dalla fede vissuta e testimoniata. Auspico che il maggior collegamento tra parrocchie, da avviare senza esitazione in vista della Collaborazione, possa favorire l’individuazione di adeguati cammini formativi per gli adulti.
- Concludo raccomandandovi di avere particolare attenzione anche alla pastorale delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Si tratta di un dovere importante; esso manifesta la vitalità e la vivacità delle comunità cristiane. Invitate a pregare perché questo dono che Dio non cessa di offrire alla sua Chiesa trovi risposte generose. Mentre rinnovo il mio vivissimo grazie, chiedo che questa mia lettera sia portata a conoscenza delle vostre comunità parrocchiali secondo le modalità che riterrete più opportune.
Vi saluto e vi benedico con grande gioia e sincero affetto. Amo pensare che anche questa mia Visita pastorale possa contribuire a farvi crescere nella sequela di Gesù, nell’impegno apostolico e nella comunione, e in un operare convinto e fattivo verso la realizzazione della Collaborazione Pastorale.
Maria, madre del Signore, vi accompagni nel cammino.
In profonda comunione di preghiera